PRESENTAZIONE // Sindacalismo: tra complicità e responsabilità

Il termine “sindacato” oggi evoca una figura caricaturale, in quanto esso viene percepito come un corpo estraneo al mondo del lavoro, ove nell’uso comune è accostato all’arte dell’intrallazzo nonchè del paraculismo di professione.

La triade CGIL, CISL e UIL con le sue pratiche doppiogiochiste, servili e complici ha avvallato i nostri sfruttatori nell’adorazione smisurata della cultura del lavoro salariato, tanto cara al modello dell’economia del capitale, oltre ad essersi adoperata nella svendita progressiva ed inesorabile di quei miglioramenti che i lavoratori si erano conquistati con anni di dure lotte, e non sicuramente perché ai padroni faceva piacere concedere.

A questo proposito, ad onor del vero, è oltremodo corretto riconoscere che il tacito accordo dei lavoratori impegnati a rincorrere il “sogno americano” ha contribuito con queste tre organizzazioni sindacali a distogliere l’interesse da quelli che sono i reali interessi del lavoratore.

Oltre alla diffidenza verso il sindacato, determinante è la scarsa coscienza, adeguatamente fomentata dalla manipolazione di politici e mass media, così che l’individuo viene istigato ad identificare nel più disgraziato di lui le cause da cui scaturisce la sua condizione di incertezza economica e precarietà, facendo svanire anche l’ipotetica prospettiva di organizzarsi sulla base della solidarietà tra sfruttati, preferendo una guerra tra poveri. Quando, infatti, milioni di poveracci sono convinti che i propri problemi dipendano da chi sta ancora peggio, siamo di fronte al capolavoro delle classi dominanti, e quando si fa accenno alle classi dominanti non si può non citare i loro più fervidi difensori: i fascisti.


Si scrive: “meno sindacalisti  più lavoratori” e
si legge: “fatevi sfruttare senza battere ciglio, schiavi!”.

Questi per quanto possano darsi toni da rivoluzionari sono sempre stati e rimangono dei servi più o meno consapevoli di questo sistema di sfruttamento e non ne fanno segreto quando in un emblematico coro cantano a squarciagola:
 “diritto alla casa, diritto al lavoro: non ce lo abbiamo noi, non ce lo avranno loro!”.
A questo proposito, noi riteniamo che non esista peggior schiavo di chi, invece di battersi per i propri d
iritti si adopera affinché vengano negati anche quelli di altri e soprattutto per questo riteniamo che i fascisti siano l’emanazione più autentica degli interessi dei nostri sfruttatori ed in quanto tali rappresentano i nostri peggiori nemici.

Comunque, qualsivoglia critica al sistema a cui si faceva riferimento inizialmente viene smorzata da chi effettivamente vanta numeri che, sebbene siano in continuo calo negli ultimi anni, restano dell’ordine dei milioni di iscritti, ma il freddo sistema dei numeri che schiaccia minoranze sacrificabili in nome della governabilità non deve abbattere chi è costretto a subire le conseguenze delle scelte prese da burocrati sindacali e capitalisti senza scrupoli. Nessun essere umano deve essere sacrificabile in nome degli interessi dello stato e del capitale.

Occorre farla finita con le sterili ed inconcludenti chiacchere da bar, occorre farla finita con la tanto amata pratica del puntare il dito verso il capro espiatorio di turno, mentre quotidianamente ci si comporta in modo da non poter comunque fare a meno di essere in balia da eventi sovradeterminati. Occorre organizzarsi, da subito.